PARTE PRIMA
LE NORME COMUNITARIE E NAZIONALI
La normativa
comunitaria
1. La direttiva
europea 2002/91/CE.
2. La direttiva
europea 2010/31/UE.
3. Le direttive
2002/91/CE e 2010/31/UE a confronto.
La normativa
nazionale
1. I decreti
legislativi 192/2005 e 311/2006: il recepimento della direttiva europea
2002/91/CE nel quadro normativo italiano.
2. I decreti
legislativi 115/2008 e 56/2010: la metodologia di calcolo della prestazione
energetica ed i soggetti abilitati alla certificazione energetica.
3. Il DPR
59/2009: i criteri generali da adottare e i requisiti minimi per la prestazione
energetica di edifici e impianti termici.
4. Il decreto
interministeriale 26 giugno 2009: le linee guida nazionali sulla certificazione
energetica.
PARTE SECONDA
LE NORME TECNICHE
Le norme tecniche
per la certificazione energetica
1. Gli indicatori
per la classificazione energetica degli edifici: la UNI EN 15217:2007.
2. Le UNI/TS
11300 e le norme tecniche correlate.
3. La UNI/TS
11300-1:2008, come modificata dall’errata corrige del 2010:
La procedura di
calcolo per determinare il fabbisogno energetico di un edificio - Caso invernale
- Caso estivo.
4. La UNI/TS
11300-2:2008, come modificata dall’errata corrige del 2010:
› Scopo e campo
di applicazione.
› Valutazioni
energetiche previste.
› Definizioni e
simboli utilizzati nella norma.
› La procedura di
calcolo dei fabbisogni di energia termica utile.
› Il fabbisogno
di energia per l’acqua calda sanitaria.
› I fabbisogni
energetici per altri usi.
› La procedura di
calcolo dei fabbisogni di energia primaria.
› Periodo ed
intervalli di calcolo.
› Perdite
recuperabili ed energia ausiliaria.
› I rendimenti
globali medi stagionali.
› Rendimenti e
perdite dei sottosistemi degli impianti di riscaldamento.
› Perdite di
accumulo. › Sottosistema di generazione.
› Rendimento di
un sottosistema.
› Fabbisogno di
energia elettrica degli impianti di riscaldamento.
› Rendimenti e
perdite dei sottosistemi degli impianti di acqua calda sanitaria.
› Perdite totali
recuperate.
› Perdite di
generazione.
› Fabbisogno di
energia primaria e rendimenti stagionali.
› Il metodo di
calcolo semplificato.
› Metodi di
rilievo e determinazione dei consumi effettivi di combustibile.
5. La UNI/TS 11300-3:2010:
› La procedura di
calcolo per la determinazione del fabbisogno di energia termica effettiva per
raffrescamento.
› Il fabbisogno
di energia primaria per la climatizzazione estiva.
6. La UNI/TS 11300-4.
PARTE TERZA
LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA VALIDA A LIVELLO NAZIONALE E L’APPLICAZIONE
DELLA PROCEDURA
La certificazione
nazionale
1. Obiettivi
della certificazione energetica.
2. La
classificazione prevista.
3. Il soggetto
certificatore: obblighi e responsabilità.
4. L’attestato di
certificazione energetica (ACE).
Esempio di
certificazione energetica di una villa unifamiliare ad uso residenziale
1. Dati
climatici.
2. Parametri
geometrici e zonizzazione termica.
3. Individuazione
delle superfici disperdenti.
4. Individuazione
e calcolo dei ponti termici.
5. Calcolo dei
coefficienti di scambio termico per trasmissione: a) verso l’esterno, b) verso
il terreno, c) verso le zone non riscaldate.
6. Calcolo dei
coefficienti di scambio termico per ventilazione.
7. Calcolo dei
coefficienti di scambio termico totali.
8. Calcolo degli
apporti termici: a)solari, b) interni.
9. Calcolo del
fabbisogno di energia termica per il riscaldamento.
10. Fabbisogno di
energia primaria:
› Caratteristiche
dell’impianto.
› Rendimenti e
perdite dei sottosistemi degli impianti di riscaldamento.
› Fabbisogno di
energia elettrica degli impianti di riscaldamento.
› Fabbisogni di
energia per acqua calda sanitaria.
› Rendimenti e
perdite dei sottosistemi degli impianti di acqua calda sanitaria.
› Calcolo del
fabbisogno di energia primaria: a) secondo il metodo semplificato, b) secondo il
metodo analitico.
PARTE QUARTA
LA NORMATIVA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE
La clausola di
cedevolezza: il ruolo chiave di regioni e province autonome nella
regolamentazione in materia di energia
Norme in regione
Basilicata.
Norme in regione
Emilia-Romagna.
Norme in regione
Friuli-Venezia Giulia.
Norme in regione
Lazio.
Norme in regione
Liguria.
Norme in regione
Lombardia.
Norme in regione
Marche.
Norme in regione
Piemonte.
Norme in regione
Puglia.
Norme in regione
Sicilia.
Norme in regione Toscana.
Norme in regione
Umbria.
Norme in regione
Valle d’Aosta.
Norme nella
provincia autonoma di Bolzano.
Norme nella
provincia autonoma di Trento. |